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OLIO E AMARO

Si è tenuto ieri venerdì 19 novembre negli spazi del settecentesco teatro della città di Imola il convegno dedicato a “Amaro e Olio EVO”. L’evento è stato organizzato da Frantoio Valsanterno nell’ambito dell’annuale kermesse del Baccanale di Imola, quest’anno dedicata al gusto amaro.

Alla presenza delle autorità, di appassionati, olivicoltori e operatori del settore si sono susseguiti gli interventi di Ermanno Rocca, presidente Rete di Imprese Olio Extravergine Felsineo, Patrizio Armaroli, agronomo, Franco Rancini, esperto di impianti oleari, Marco Tonelli, giornalista enogastronomico, e Tullia Gallina Toschi, docente dell’Università di Bologna, massima esperta in materia di Olio Evo.

Dopo il saluto dell’assessore alle attività produttive Pierangelo Raffini e l’introduzione di Ermanno Rocca sulle Certificazioni di Qualità e l’importanza di fare rete tra produttori, i relatori hanno approfondito il tema dell’amaro nell’Olio Extravergine d’Oliva da vari punti di vista.

Patrizio Armaroli ha illustrato gli areali di produzione, le varietà tipiche della zona e le tipologie di impianto più adatte a ottenere un prodotto di qualità, soffermandosi sull’individuazione della corretta epoca di raccolta delle olive e in particolare sulle differenze tra impianti tradizionali e super intensivi.

Da un frutto semplice ad un prodotto complesso: questo invece il tema centrale dell’intervento di Franco Rancini. Il consulente di impianti oleari che collabora con molti frantoi d’Italia ha illustrato quali tipi di amaro si possono riscontrare in un Olio EVO e come durante il processo estrattivo si possano preservare le qualità organolettiche del frutto attraverso il controllo delle temperature.

La professoressa Tullia Gallina Toschi ha poi sottolineato gli aspetti benefici dei polifenoli, elementi responsabili del gusto amaro dell’Olio EVO. “L’Amaro è un indicatore di qualità dell’olio tanto che l’amaro e il piccante sono sempre attributi positivi nelle schede di assaggio dei panel” ha ricordato. “D’altra parte però l’amaro e il piccante sono percezioni difficili perché il consumatore medio che è abituato ad un gusto piatto”. Ma come ha spiegato la professoressa Toschi si può imparare a consumarlo.

In conclusione il giornalista enogastronomico Marco Tonelli ha invitato alla creazione di una rete con gli chef della regione per favorire l’uso e il consumo di cultivar locali, anche abbinati a piatti della regione. “Occorre incentivare le reti di contatti dei vari prodotti, andando a coinvolgere presidi Slow Food, mettendo insieme materie prime di qualità, persone che le sappiano utilizzare e trasformare in modo rispettoso, per stimolare la
curiosità del consumatore e fargli scoprire gusti e sapori diversi. “

“Siamo particolarmente soddisfatti dell’esito di questo convegno, – ha dichiarato il presidente Valter Marcolini – ha dimostrato che nel nostro territorio ci sono tutti gli ingredienti per far compiere al settore olivicolo grandi passi avanti: un pubblico interessato, istituzioni lungimiranti, olivicoltori sensibili al tema della qualità ma
soprattutto idee e voglia di fare.”

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